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A cura di Marco Cambielli, vice presidente nazionale SNAMID.

La pubblicistica scientifica e socio-economica italiana di varia fonte bombarda con insistenza i prescrittori sulla necessità di ampliare ulteriormente la prescrizione di farmaci generici, portando esempi di percentuali mirabolanti di prescrizioni di tali farmaci in altri Paesi del mondo, quasi a sottolineare un’ arretratezza culturale dei medici italiani. Ma la pubblicazione del 15 Dicembre del corrente anno su rivista internazionale autorevole, sotto riportata, e promossa da un Ente Regolatorio, l’Auckland Medical Research Foundation and Pharmacy (the New Zealand Government’s Pharmaceutical Management Agency) e non da portatori di interesse come società farmaceutiche di brand o generici, conferma che tutto il mondo è paese e che il parere raccolto internazionalmente, da tutti gli attori principali coinvolti, mostra tuttora molte riserve su affidabilità, efficacia, sicurezza di questo tipo di farmaci, e nutre diffidenza verso lo switching. Di ciò ogni medico deve tenere conto, come importante parametro decisionale prescrittivo nel mondo reale.

Revisione sistematica sulla percezione del farmaco generico nella popolazione generale, presso i medici ed i farmacisti

Sarah Colgan, Kate Faasse, Leslie R Martin, Melika H Stephens, Andrew Grey,
Keith J Petrie. Perceptions of generic medication in the general population, doctors and pharmacists: a systematic review BMJ Open2015; 5 :e008915. doi:10.1136/bmjopen-2015- 008915

Obiettivo dello studio è stato indagare le percezioni negative circa i farmaci generici e valutare le proporzioni di queste percezioni presso la popolazione generale (laici), i medici ed i farmacisti.
E’ stata fatta una revisione sistematica di studi osservazionali con origine dei dati da MEDLINE, EMBASE, PsycInfo e Scopus.

Sono stati raccolti ed analizzati dati quantitativi provenienti da studi cross-sezionali e prospettici pubblicati in inglese dopo il 1980, raccolti attraverso metodi di autovalutazione, per analizzare le percezioni sui farmaci generici, presentati come percentuali del campione totale valutato.
Risultati:
Dopo l’escussione di 2737 articoli, sono stati inclusi nell’analisi finale 52 articoli con le necessarie caratteristiche di omogeneità richieste dal protocollo di indagine.
Un’alta percentuale di medici, farmacisti e laici avevano percezioni negative dei farmaci generici. I laici avevano una probabilità significativamente maggiore di visualizzare i generici come meno efficaci dei farmaci di marca (35,6%), (IC95% dal 34,8% al 36,4%) rispetto ai medici (28,7%), (dal27,5% al 29,9%) ed ai farmacisti (23,6%), (dal 21,2% al 26,2%), p <0.0001.
I farmacisti (33,4%), (dal 31,0% al 35,9%) sono stati significativamente più propensi a credere che generici erano di qualità inferiore rispetto ai farmaci di marca che i medici (28,0%), (dal 26,3% al 29,9%), p = 0,0006, ed i laici (25,1%), (dal 24,2% al 26,0%), p <0,0001.
I medici erano dell’opinione che i farmaci generici erano causa di effetti collaterali più
dei farmaci di marca (24,4%), (dal 22,2% al 26,9%), rispetto ai farmacisti (17,6%), (dal 5,3% al 20,1%) e laici (18,8%), (dal 17,8% al 19,8%), p <0,0001.
I medici (28,5%), ( dal 26,9% al 30,2%) e farmacisti (25,4%), (dal 21,4% al 29,9%) esprimevano significativamente maggiore certezza circa preoccupazioni per farmaci generici rispetto i laici (18,0%), (dal 17,0% al 19,0%), p ≤ 0.0002. Una proporzione maggiore di laici valutavano negativamente la sostituzione dei farmaci di marca coi generici (34,0%), (dal 33,2% al 34,9%), rispetto ai medici (24,1%), (dal 22,0% al 26,4%) e farmacisti (11,0%), (dal 9,6% al 12,7%), p <0,0001.
I tassi di percezioni negative circa i farmaci generici non sembrano essere cambiati sostanzialmente nel tempo nella popolazione generale o tra i gruppi di medici, p≥ 0,431, mentre le valutazioni negative mostrano una tendenza alla riduzione nei farmacisti nel periodo di studio, p = 0,034.

Conclusioni:
Una percentuale significativa di medici, farmacisti e laici mantiene percezioni negative sui farmaci generici. È probabile questi atteggiamenti tuttora presenti rappresentino gli ostacoli al più ampio uso di farmaci generici.