CARATTERISTICHE DEGLI INALATORI PER IL TRATTAMENTO DELLA BPCO
Ogni farmaco per la terapia inalatoria di BPCO è associato ad un device specifico: nel trattamento della BPCO gli inalatori più utilizzati e preferiti dai pazienti sono i DPI o dry powder inhalers, i cosiddetti ‘inalatori a polvere secca’. Difatti i principi attivi Indacaterolo e glicopirronio sono somministrati tramite Breezhaler (DPI a dose singola), tiotropio tramite Handihaler (DPI a dose singola), mentre Aclidinio, Salmetorolo/fluticasone e formetorolo/budesonide tramite i DPIs multidose Genuair, Diskus, Turbohaler rispettivamente (Tabella 2).
Tabella 1 – Caratteristiche di inalatori e principi attivi veicolati (qui nell’ordine rappresentato in tabella)
Per quanto riguarda le caratteristiche di un inalatore, va sempre ricordato come l’erogatore possa non attivarsi a causa di un picco di flusso inspiratorio inadeguato (come negli stadi più gravi di malattia), non consentendo l’arrivo di una dose efficace di farmaco a livello polmonare. Il livello di flusso raggiunto deriva dalla minore resistenza che ogni device oppone al flusso aereo durante l’atto dell’inalazione (Tabella 3, Figura 3). Il confronto della resistenza intrinseca tra i vari inalatori dimostra che il Breezhaler e Diskus hanno una minore resistenza interna rispettivamente mentre questa risulta maggiore per Handihaler, Genuair e Turbohaler (19).
Tabella 2 – Caratteristiche intrinseche dei device che influiscono sull’erogazione
La differente resistenza al flusso aereo dei vari dispositivi comporta una diversa risposta allo sforzo inspiratorio a parità di flusso raggiunto. Inoltre, è importante che, anche a bassi flussi, sia rilasciata dal farmaco una quantità adeguata di particelle fini per consentire una distribuzione omogenea nelle piccole vie aeree. Quando si confronta tale frazione (FPF), si vede che Breezhaler e Turbohaler rilasciano oltre il 40% del farmaco in particelle fini, mentre Genuair ed Handihaler rispettivamente il 30% e il 9,8% mentre Diskus tra il 14% e il 24%.
Percezione del paziente e conseguenze della non aderenza
Come anticipato in precedenza, il device con cui è erogato un principio attivo per via inalatoria e le sue caratteristiche tecniche sono di fondamentale importanza e possono dipendere da diversi fattori, ma l’aderenza al trattamento è di altrettanta rilevanza. A tal proposito, la possibilità di verificare a livello gustativo, uditivo, ma soprattutto visivo l’avvenuta inalazione del prodotto, ad esempio attraverso capsule trasparenti (Breezhaler) o tramite la variazione di colore di una finestrella (Genuair) potrebbe essere un fattore rilevante sull’aderenza del paziente, nonché potrebbe generare una sorta di effetto additivo a quello del principio attivo dettato dalla certezza della recepita dose giornaliera (effetto simil-placebo) (Tabella 4).
Tabella 3 – Modalità di controllo dell’avvenuta somministrazione con i vari device
Analizzati nell’insieme, questi dati dimostrano che non tutti i device sono uguali e che la scelta dell’inalatore possa influenzare il successo della terapia tanto quanto la scelta del principio attivo.
Conseguenze della non aderenza
La mancata adesione alla terapia determina molteplici effetti negativi:
– Scarso controllo dei sintomi
– Peggioramento della qualità di vita
– Aumento delle riacutizzazioni e del ricorso a cure sanitarie (responsabili del 35-45% dei costi associati alla malattia)
– Incremento della mortalità (2-3 volte superiore rispetto ai pazienti con buona aderenza: 26,4% vs 11,3% in una sottoanalisi dello studio TORCH)
– Aumento della spesa sanitaria.
Tra tali conseguenze, la più pericolosa è ovviamente l’incremento del rischio relativo di esito clinico sfavorevole, anche se l’aspetto economico assume notevole rilevanza.
A questo proposito va sottolineato come, negli ultimi anni, il crescente utilizzo di principi attivi appartenenti alle classi LABA e LAMA abbia portato a un aumento significativo della sopravvivenza dopo ospedalizzazione per riacutizzazioni (dati tratti da uno studio spagnolo riguardanti due coorti di pazienti analizzate a 7 anni di distanza nel biennio 1996-1997 e 2003-2004).
Se pensiamo inoltre che il mancato/errato uso di farmaci inalatori per le malattie respiratorie croniche comporta un
• + 20% del rischio di ospedalizzazione
• + 50% della spesa sanitaria
È facile comprendere l’entità del problema e quanto sia importante l’attenzione che gli addetti alle cure primarie dovrebbero porre nell’esigere dai propri pazienti BPCO una adeguata aderenza alla terapia.
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