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DOTTORE, CREDO DI ESSERE ALLERGICO…

Quante volte questa frase ci viene proposta dai nostri pazienti? Cosa c’è di vero? Cosa possiamo fare?

Secondo l’OMS, la prevalenza delle allergie si attesta tra il 10 e il 40% della popolazione, a seconda delle regioni e dei periodi dell’anno, con i pollini ai primi posti nella classifica dei fattori che scatenano reazioni allergiche, con un trend che sembra essere in crescita negli ultimi anni.

I sintomi delle allergie sono molteplici e spesso possono essere confusi con altre condizioni. Rinite, asma, eczema, anafilassi, allergie alimentari e allergie professionali presentano sintomi che non necessariamente sono riconducibili ad allergia, con una conseguente difficoltà e lentezza nel processo diagnostico.

Congestione nasale/starnuti, prurito/lacrimazione e rinorrea:
Il 65 % dei pazienti con una diagnosi di rinite allergica e con prescrizione di antistaminici potrebbero NON essere allergici(1,2)

Dispnea, tosse, problemi respiratori:
• Il 90 % dei bambini e il 60% degli adulti con asma sono allergici(3-5)

Secchezza cutanea, prurito:
• Il 30–70 % dei lattanti e dei bambini con eczema hanno un’allergia sottostante(3,6)

L’APPROCCIO DIAGNOSTICO
Una corretta diagnosi permette di impostare al più presto una efficace terapia riducendo, inoltre, in modo significativo, i costi sanitari(7)

I PRIMI 2 PASSAGGI permettono la raccolta dei sintomi e segni dal paziente. Queste informazioni, da sole, non sono sufficienti per formulare una diagnosi corretta di allergia perché:
• A sintomi simili corrispondono patologie differenti
• Il paziente può talvolta non riferire informazioni importanti
• La patologia allergica è complessa, i sintomi possono essere “nascosti”
• Più dell’80% dei pazienti allergici è sensibilizzato verso più di 1 allergene (8-9)

È inoltre importante considerare che i sintomi potrebbero evidenziarsi solo al superamento di una determinata soglia, come schematizzato nella figura sottostante. Gli allergeni stagionali e perenni possono avere un effetto cumulativo, sommandosi agli agenti esterni come il fumo di sigaretta, le infezioni, provocando, quindi, lo scatenamento dei sintomi(10-12).

 

La diminuzione all’esposizione allergenica riduce del 61% la necessità di assunzione di farmaci(13-17) .

Il PASSAGGIO SUCCESSIVO, di fronte ad un paziente con sintomi suggestivi di allergia, è quindi la richiesta di un esame strumentale, che, in questo caso si tratta del dosaggio in vitro di IgE specifiche.

QUALI SONO I VANTAGGI DEL DOSAGGIO DELLE IgE SPECIFICHE?
• NON è necessario sospendere i trattamenti in corso
• Non rappresenta un esame invasivo, è un semplice prelievo di sangue
• È un dosaggio standardizzato
• È prescrivibile attraverso SSN dal medico di medicina generale (LEA 18 marzo 2017)

Qui di seguito vengono indicati gli allergeni di tipo inalante che rappresentano la maggior parte delle allergie respiratorie

PERCHÈ RICHIEDERE ANCHE IL DOSAGGIO IN VITRO?
L’associazione dei dati anamnestici e obiettivi con il dosaggio in vitro delle IgE specifiche permette di:
• Diminuire il numero di diagnosi dubbie

 

• Aumentare il numero di pazienti diagnosticati come non-allergici

Con trattamenti più appropriati e migliore qualità di vita del paziente(18-21).

Bibliografia

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