Cari colleghi, amici, graditi ospiti,
è con grande piacere e soddisfazione essere anche quest’anno qui insieme a voi all’appuntamento congressuale della nostra società scientifica. Un anno trascorso in fretta, caratterizzato da scenari del nostro panorama sanitario difficili e complessi, da un susseguirsi di problemi ed incertezze che hanno coinvolto la medicina generale e quella specialistica, il territorio e l’ospedale, il sistema pubblico e quello privato.
Abbiamo sofferto ancora una volta la mancanza di interventi di sostegno e promozione della medicina generale e del territorio, in cui la carenza di una rete di assistenza costituita da strutture intermedie più agili unita ad una grave sofferenza degli organici hanno contribuito a creare una situazione spesso drammatica nella rete ospedaliera e di collasso e crisi del pronto soccorso che rappresenta uno dei nodi più difficili da sciogliere e un problema, che condividiamo a livello internazionale, per il quale ancora non si intravedono soluzioni efficaci.
La crisi ha determinato anche una decisa contrazione dell’offerta formativa legata alla scarsità di risorse proprie dei soggetti erogatori e dei partners laici e istituzionali.
Un sistema sanitario considerato ancora tra i migliori del mondo rischia oggi di vedere in forte difficoltà la propria sostenibilità, medici e operatori sanitari sempre più preoccupati sono scesi in piazza in difesa del servizio sanitario nazionale sottolineando il diritto a curare e il rischio per i cittadini di vedere negato il diritto alle cure.
In questa situazione siamo riusciti tuttavia con volontà e determinazione, con le nostre energie e con la vostra collaborazione a mantenere viva la nostra presenza istituzionale cercando di offrire un contributo di idee e a proseguire le attività di formazione e i progetti di ricerca riuscendo anche a rafforzare la nostra presenza e la nostra rappresentatività sul territorio nazionale.
Riprendo ora gli spunti contenuti nella presentazione di questo congresso che ha come titolo il valore del farmaco in medicina generale ma che affronterà molti altri aspetti del problema: dalla prescrizione ai farmaci innovativi, ai risvolti sociali, all’impatto del farmaco nella gestione della salute e tutto ciò mettendo in campo le esperienze e il punto di vista della medicina generale, confrontandosi con la medicina specialistica con l’obiettivo di rendere sempre più forte il processo di integrazione tra i diversi professionisti della salute nell’interesse del cittadino per una miglior qualità e continuità del percorso assistenziale.
Nel corso degli ultimi anni la sostenibilità del Sistema Sanitario Nazionale è stata messa a dura prova all’interno di uno scenario che ha visto una diminuzione delle risorse e l’introduzione di una serie di misure restrittive, con una stima di tagli da parte della Corte dei Conti di circa 31 miliardi sino al 2015.
Al settore sanitario pubblico è stato chiesto di mettere in atto politiche di contenimento della spesa con l’obiettivo di ridurre il livello del disavanzo e sono state promosse azioni di razionalizzazione della spesa che hanno coinvolto inevitabilmente medici e industria farmaceutica attraverso una revisione dei percorsi di cura per i primi e un processo di ristrutturazione per i secondi.
Se diamo uno sguardo al mercato farmaceutico, il mercato totale nell’anno 2011, secondo i dati dell’OSMED, comprensivo dei farmaci distribuiti presso le farmacie pubbliche e private e di quelli acquistati attraverso le strutture pubbliche, è stato pari a 26,3 miliardi di euro, di cui 3⁄4 sono stati rimborsati dal SSN.
Ogni italiano ha acquistato in media lo scorso anno 30 confezioni di medicinali, per un totale di oltre 1,8 miliardi di confezioni. Questo scenario implica l’assunzione di responsabilità della Medicina Generale verso una prescrizione di sempre maggiore qualità che risponda all’epidemiologia delle patologie prevalenti, ai temi di aderenza e persistenza terapeutica e alle etnie dei nuovi pazienti considerando il farmaco come bene economico ma anche come bene sociale in quanto produttore di salute.
Nel corso degli anni è cambiato l’atteggiamento nei confronti del farmaco.
In un periodo di disponibiIità limitata di terapie farmacologiche queste venivano considerate in tutto il loro valore. Successivamente si è assistito ad una inflazione del “bene farmaco” legata ad una eccessiva medicalizzazione, ad un ricorso sempre più massiccio all’automedicazione ed all’utilizzo del farmaco per situazioni e condizioni prima non considerate patologiche con la complicità di una informazione disinformazione massiccia mediata da strumenti multimediali facilmente accessibili ma poco controllabili rispetto a contenuti e veridicità degli stessi.
Alla luce di queste considerazioni ci sembra quindi importante un momento di approfondimento e riflessione, di una revisione anche “culturale” del problema soprattutto per chi si trova quotidianamente a dover affrontare il tema “farmaco” nell’ambito di un ruolo delicato quale quello del medico di famiglia in cui il percorso di diagnosi e cura e la prescrizione si sviluppano all’interno di un complesso rapporto non solo clinico ma anche di responsabilità con il paziente, con lo specialista, con il sistema sanitario e con altre figure di professionisti della salute.
Le prospettive del prossimo immediato futuro, come confermato dai dati previsionali del ministero della Salute, sono quelle di un ulteriore aumento della longevità inevitabilmente accompagnato da un conseguente netto incremento delle malattie croniche e invalidanti, e le previsioni ci mettono drammaticamente di fronte ad un’attesa in media per gli uomini di 16 anni di disabilità e addirittura 22 per le donne. Il che significa un maggior utilizzo di risorse, un maggior consumo di farmaci, più diagnostica, più ricoveri per le fasi acute della malattia e più assistenza domiciliare, che già oggi, un po’ per carenza di risorse, un po’ per cattiva organizzazione, è un’utopia in buona parte del Paese.
In una situazione così complessa e in un momento storico così difficile bisogna sviluppare la capacità e la volontà di creare sinergie politico-tecnico-istituzionali che, considerati i dati reali e oggettivi e senza negare gli aspetti negativi della situazione attuale, possano mettere in atto un processo di revisione e riprogettazione dei modelli assistenziali e dei percorsi di cura del sistema sanitario nazionale all’interno dei quali il “valore del farmaco” assume un rilievo fondamentale.
In questo senso vogliamo impegnare la nostra Società Scientifica e questo congresso ha rappresentato un piccolo contributo per affrontare uno dei temi.
Roberto Stella
Presidente