In questi giorni il Presidente di AssoGenerici, si è lamentato di un brusco “calo di crescita” del generico. Quindi l’uso del generico aumenta, anche se non come ci si aspetterebbe, ma si omette di dichiarare che invece i farmaci equivalenti in generale aumentano costantemente come DDD. Significa che gli equivalenti branded “vanno” di più del previsto rispetto al generico. “Colpa” del medico o del cittadino affiliato ad un certo prodotto di marca? O “colpa” di una legge che prevede come dominus della gestione della prescrizione il farmacista e che determina risposte difensive di altri attori della vicenda terapeutica?
È possibile che la lobby dei generici abbia mal calcolato il risultato della pressione che esercita sui medici, politici e media e che possibilmente ha determinato tutte le scelte legislative che ora lamentano. O che gli stessi soggetti non abbiano sufficientemente valutato che se un paziente a cui piace un tipo di pane sfizioso, non esita a comprarlo spendendo tutti i giorni 1 euro in più rispetto al pane standard, a maggior ragione può scegliere di spendere 1 euro al mese per avere la scatoletta con il farmaco cui è abituato.
A chi, per informazione professionale, segue queste dichiarazioni reiterate, viene il dubbio che sarebbe stato meglio fidarsi della professionalità dei medici e non investire maggiormente sull’aspetto economico-commerciale legato al soggetto che dispensa in farmacia i prodotti, avendo così la pretesa di governare un libero mercato. Si è creato probabilmente in questo modo più danno che beneficio al singolo paziente ed alla collettività di cui si fanno paladini in maniera, guarda caso, non proprio disinteressata e che va smascherata.
Marco Cambielli MMG
Vice Presidente SNAMID Nazionale