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In data 5 dicembre la commissione per l’E.C.M. ha reso note le sue determinazioni e sembra aver impresso una sterzata decisa sulla via del rigore; numerosi infatti gli addebiti rivolti agli organizzatori di eventi formativi, addebiti derivanti dall’analisi degli eventi svoltisi fin’ora.

Primo fra tutti il non aver rispettato “la coerenza degli eventi con gli obiettivi formativi di interesse nazionale e con le finalità di qualificazione specifica dei diversi profili professionali”

Secondo, un richiamo “alla interpretazione degli obiettivi formativi di interesse nazionale ed in particolare di quello sulle medicine non convenzionali”

Terzo, prestare maggiore attenzione al conflitto di interessi.

Il primo punto si riferisce al fatto che molti organizzatori di eventi non hanno tenuto conto, nell’accreditare eventi formativi, della diversa tipologia delle materie comprese nel Gruppo 1 e nel Gruppo 2 degli Obiettivi di interesse Nazionale a suo tempo individuati dalla Conferenza Stato Regioni nella seduta del 20 dicembre 2001 e confermati con l’Accordo Stato-Regioni del 13 marzo 2003 e soprattutto della diversa destinazione di tali materie: il primo gruppo riunisce argomenti di interesse generale, ma il secondo invece argomenti di specifiche branche specialistiche e i suoi temi non devono essere proposti indiscriminatamente a tutti gli operatori sanitari.

Come conseguenza dal 5 dicembre ogni nuovo evento deve contenere una dichiarazione esplicita e motivata di conformità ai suddetti gruppi (sia per quanto riguarda l’appartenenza ad uno dei due gruppi, ma sia anche per quanto riguarda la coerenza con la specifica categoria per la quale è proposto), pena il non accreditamento. Stessa sorte per gli eventi già inviati e non ancora accreditati e per le nuove edizioni di eventi già accreditati.

Il secondo punto analizzato dalla Commissione, pone particolarmente in evidenza che l’obiettivo di interesse nazionale sulle medicine non convenzionali si riferisce alla “valutazione dei fondamenti e dell’efficacia” delle stesse mentre gli eventi finora accreditati sono stati nella quasi totalità dei casi seminari o corsi teorico pratici della predetta medicina, per di più rivolti alla totalità degli operatori sanitari in contrasto palese con l’appartenenza di tale materia al gruppo 2 (obiettivi rivolti a specifici profili professionali, aree e discipline).

Fin qui, una buona dimostrazione di intenti, ma i controlli? Questi verranno effettuati a campione (a carico degli organizzatori dell’evento), sulla effettiva aderenza del corso a quanto dichiarato in sede di accreditamento: presenza docenti e discenti, attività pratiche, verifiche.

Infine, ma non per questo meno importante, il terzo punto sul conflitto di interessi, prevede che anche i docenti impiegati nei corsi di aggiornamento sottoscrivano all’organizzatore una dichiarazione di assenza di conflitto d’interesse per il corso tenuto, dichiarazione da conservare agli atti a cura dell’organizzatore dell’evento.

Queste critiche e conseguenti nuove disposizioni dimostrano un accurato lavoro della Commissione che intende proseguire nella messa a punto del sistema nonché la volontà di rendere efficace il meccanismo dell’ECM e non lasciarla diventare una strada costellata di buone intenzioni ma priva di una sostanziale validità.