Tempo di lettura stimato: 2 minuti

Obbligo di formarsi disciplinato dalle regioni; meno poteri alla commissione nazionale, ormai priva dei rappresentanti dell’ordine dei medici; debito formativo annuo da rivedere (quest’anno i punti che il medico deve totalizzare sono 30 contro i 40 previsti). Nella sanità del dopo-Sirchia cambia così l’educazione continua medica (Ecm). In questi giorni regioni e governo dovrebbero dire di quanta parte della formazione dei medici si prenderanno carico. Ed entro luglio partirà la formazione regionale. Potrebbe superare il 2005 il sistema di accreditamento doppio: sui provider e sugli eventi. Facciamo il punto con un vocabolario a uso del medico.

Accreditamento – Al momento ci sono due campi di accreditamento (formazione residenziale e a distanza), due tipi di accreditamento nazionale – sugli eventi e sui provider (ma anche le regioni ora accreditano eventi e/o provider) – e dieci sistemi: quello nazionale e quelli delle regioni che hanno adottato propri modelli.

Crediti – Quest’anno ce ne vogliono 30 (minimo 15 e massimo 60), nel 2006 dovrebbero essere 50 (minimo 25 e massimo 100) ma di fatto il sistema sarà ridisegnato in funzione del triennio 2005-07.

Debito formativo – Governo e regioni stanno per definire in percentuale quanti crediti possono dare: l’Ecm nazionale dovrebbe riservarsi fino al 40 per cento, quella regionale fino a 50 e massimo il 10 andrebbe all’autoformazione del medico.

Formazione – L’allegato 3 la divide in: residenziale, sul campo, a distanza (Fad) e autogestita dal medico. In prospettiva saranno accreditati provider per ciascuna tipologia.

Governo – Nel patto di stabilità il ministero della Salute ha presentato due piani nazionali, uno per la formazione continua in medicina e uno dell’aggiornamento del personale sanitario 2005-2007. Nascerà un nuovo Centro nazionale per l’Ecm guidato da ministero della Salute e regioni che definirà gli obiettivi formativi. Il Centro rileverà funzioni della commissione Ecm, che resta consultiva.

Medici di famiglia – Il medico deve pagarsi parte dell’Ecm; le regioni non possono farsi carico di tutto benché la Lombardia scriva che il costo della formazione è a carico del portatore di interesse (regione e governo). Parte dell’Ecm dei generalisti sta nelle ore di aggiornamento Asl previste dalla convenzione: per chi non le fa scattano le sanzioni.

Ordini dei medici – Oltre che registrare i crediti dei medici, chiedevano di fare formazione e verificare la bontà degli eventi. Il governo ha fatto spallucce e gli ordini sono usciti dalla commissione, che ora perderà peso. Rientreranno attraverso gli assessorati?

Regioni – Si sono dotate di un propriosistema Ecm Veneto, Friuli Venezia Giulia, Trentino Alto Adige, Valle d’Aosta, Lombardia, Emilia Romagna, Toscana e Umbria. Ogni sistema tende ad accreditare il provider secondo parametri autonomi.

Sanzioni -L’Ecm è obbligatoria per la legge Bindi, ma la legge non prevede sanzioni. La sola regione che sostiene la non obbligatorietà è la Lombardia, che però parla di necessità volontaria premiata: niente sanzioni, ma incentivi solo a chi si aggiorna (scatti di carriera e sulle tariffe professionali); il che può danneggiare chi non resta al passo.

Società scientifiche – Virginio Bosisio (leadre della Snamid) spiega: «Al momento nessuna società scientifica è riconosciuta come provider. La federazione Fism ha censito quelle società che hanno i requisiti per l’accreditamento da parte del ministero; se prive di commistioni con i sindacati, potranno fare da provider. In parallelo è partito l’accreditamento da parte delle regioni».