Nella terza giornata del convegno “Sanità futura”, il punto di riferimento annuale sulla sanità italiana e sulla formazione continua dei suoi operatori.
Di fronte ad una platea gremitissima (molti i partecipanti in piedi), il direttore del dipartimento Qualità, Raffaele d’Ari, ha illustrato lo stato dell’arte dell’ECM, snocciolando numeri impressionanti: 114.000 corsi dall’inizio dell’avventura nel 2002, 40.000 corsi in accreditamento nel primo semestre di quest’anno, con la previsione di arrivare ad 80.000 alla fine dell’anno. Le Società Scientifiche, pur rappresentando solo il 9% degli organizzatori di corsi, hanno gestito una media di 19 corsi a testa, seconde solo agli Istituti Zooprofilattici e le case editrici rispettivamente con 34 e 30 corsi accreditati mediamente.
D’Ari ha poi illustrato il programma della Commissione: è finalmente partita la sperimentazione dell’accreditamento dei Provider, con la scelta di 68 enti che sperimenteranno il cosiddetto “doppio binario”, vale a dire l’accreditamento parallelo in proprio e al ministero, sia di eventi residenziali sia d’eventi FAD. L’intento è di avere dei criteri definitivi per l’accreditamento dei provider entro maggio /giugno e iniziare con i provider accreditati ufficialmente dal 1° gennaio 2005. Gli esclusi potranno partecipare ad una seconda sperimentazione che partirà tra breve.
Un doveroso richiamo è stato fatto alla questione del conflitto di interessi, richiamando l’attenzione sull’importanza dell’autocertificazione che escluda totalmente tale conflitto da parte degli organizzatori e dei relatori. Il problema del conflitto d’interesse è direttamente collegato con il problema del finanziamento dell’ECM, che per generale ammissione è un onere sostenibile unicamente dall’industria farmaceutica; occorre quindi trovare un realistico punto d’incontro tra la necessaria “integrità scientifica” dell’aggiornamento e il legittimo “ritorno” per l’industria. Di questo, ma non solo, si è occupata la FISM, la Federazione delle Società Scientifiche in un recente congresso tenutosi a Milano.
Un importante orientamento emerso nella relazione di d’Ari è quello di favorire per il futuro la formazione “sul campo”, cioè di utilizzare il sistema anglosassone di certificare l’apprendimento ottenuto seguendo un tutor, direttamente nella realtà lavorativa. E’ evidente l’intenzione di snellire la mastodontica struttura necessaria per aggiornare in maniera residenziale 800.00 operatori del settore. Sempre per ovviare a problemi organizzativi, segnatamente la carente offerta di eventi formativi che si è avuta in certe aree e per certe tipologie di operatori, è stata ventilata l’ipotesi di mantenere per il 2004 il debito formativo a 20 crediti, invece dei 30 previsti. Quest’ipotesi dovrà essere sottoposta al vaglio della Commissione e deliberata.
Riguardo agli argomenti formativi, la Commissione ECM ha presentato, anche sulla scorta del nuovo Piano Sanitario Nazionale, una proposta di elenco di argomenti che dovrà essere ratificata dalla conferenza Stato-Regioni, la quale purtroppo è “inceppata” per il disaccordo politico sul finanziamento che lo Stato fornisce alle Regioni in materia di sanità.
Infine, argomento sicuramente scottante, è stata più volte ribadita l’intenzione di effettuare controlli a campione per verificare se l’attività svolta corrisponda a quanto dichiarato nei programmi; com’è facilmente intuibile, è questo un passo necessario per garantire la validità e la serietà del sistema.
Alberto Mazzillo